Intervista ad Antonio Morabito, autore di Mirabilia

Scrittore e diplomatico di carriera, conosciamo Antonio Morabito, autore di Mirabilia, Stupore della Vita

Ho tra le mani un libro bellissimo, che mai avrei immaginato di leggere: si chiama Mirabilia ℘ Stupore della Vita, e sprizza energia positiva da ogni pagina.

Ma non ve ne parlerò oggi.

Oggi vi presento il suo autore, Antonio Morabito, che non poteva che essere altrettanto speciale e sensibile. Mai avrei pensato di poter rivolgere delle domande a una persona così illustre, ma l’occasione mi è stata offerta da Brandorbi, azienda con la quale collaboro e che mi ha invitata al suo salotto digitale, proprio per conoscere Antonio.

Gli abbiamo rivolto tutti del “lei”, ma in realtà Antonio, nonostante il suo curriculum istituzionale, è dolce e gentile, simpatico, disponibile, il miglior vicino di casa che ti augureresti di avere.

Antonio Morabito
L’autore Antonio Morabito

Poi però, sfogli le pagine di Mirabilia, e ti rendi conto che c’è cultura e sensibilità, c’è forza e potenza, c’è una finestra che affaccia su un mondo che vive già dentro di noi, da cui spesso rifuggiamo per paura.

Ed è proprio così che mi sono presentata ad Antonio Morabito, ringraziandolo per averci aiutato ad aprirla quella porta, per averci concesso una boccata di aria fresca sul panorama della vita e del nostro cuore.

Poi, da appassionata ai classici latini, abbiamo disquisito su Orazio e sull’evolversi del suo pensiero: da sempre apprezzato Orazio per il suo concetto di “carpe diem”, ritrovo nell’introduzione di Mirabilia ℘ Stupore della Vita, la sua “aurea mediocritas” e mi sorge qualche dubbio, di cui ho il piacere di parlarne con Antonio.

L’evoluzione del pensiero di Orazio all’interno di Mirabilia ℘ Stupore della Vita

D: “Orazio, noto poeta latino citato anche dagli illustri della letteratura italiana, viene chiamato più volta in causa all’interno della sua opera. Dal mio canto, ma anche da quello più popolare, lo stesso Orazio è conosciuto per il suo concetto di Carpe Diem, di cogliere il giorno e l’attimo, godendo quotidianamente delle gioie offerte dalla vita, senza confidare troppo nel domani. Quasi un invito a pensare di meno e agire di più. Nella fase introduttiva di Mirabilia, invece, viene riportata l’Ode “La preziosa via di mezzo”, che induce a essere riflessivi e moderati, cauti nei confronti della vita, senza prendere posizioni nette e precise. Pensa che sia una dicotomia nel pensiero di Orazio e, nel caso, quale significato coglie in questa riflessione, utile al suo saggio?”

R: L’ispirazione delle Odi di Orazio in qualche modo fa da linea guida al percorso di Mirabilia. Orazio offre sicuramente spunti esistenziali per riflettere sulle vicende della vita belle e brutte. E rappresenta un momento dell’esistenza in cui forse la riflessione prevale sull’azione, da qui una maggiore cautela nell’approccio alle dinamiche della vita. Forse una visione più matura della vita.

Non trovo l’invito di Orazio al “Carpe diem” in contraddizione con la Ode sull’ “aurea mediocritas“. Si tratta solo di un’abbreviazione per ricordare che è bene “godere di ogni singolo momento”, senza aspettare e rimandare a domani. Il popolarissimo “carpe diem”, viene infatti estrapolato da una espressione più estesa che invita a “confidare meno nel domani” e ad “apprezzare ciò che si ha”. 

La sua forma estesa, è difatti: “Dum loquimur  fugerit, invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero”

Quasi una anticipazione del “doman non v’e certezza” di Lorenzo il Magnifico. 

L’ode di Orazio che fa da apripista al lettore di MIrabilia, rappresenta un invito a riflettere sulla “moderazione”, in un mondo attratto dagli eccessi. Quell’aurea mediocritas di Orazio viene meglio rivelato nel richiamo alla filosofia aristotelica della via di mezzo, “la virtù sta in mezzo”. È un richiamo alla saggezza di chi considera l’esistenza nel complesso delle sue complesse vicende.

Orazio invita nella sua Ode ad affrontare la vita con moderazione. Lo fa con quattro metafore sull’esistenza umana.

Nella prima la vita ha l’allegoria di una nave che deve evitare le tempeste in alto mare ma anche la troppa vicinanza alla costa. 

Nella seconda Orazio invita a non porsi troppo in alto. Il pino alto è più soggetto alla furia dei venti cosi come le alte torri e le cime montuose sono più esposte a crolli fragorosi e a fulmini. 

Per Orazio l’aurea moderazione teme le case in rovina, ma anche le dimore invidiate. Il tema dell’invidia e così antico. Le alterne vicende della vita fanno confidare che, “se va male adesso, non sarà sempre così”.

L’altra metafora riprende l’allegoria del mare, invitando ad abbassare le vele gonfie quando il vento è troppo favorevole.

Equilibrio e moderazione dunque, per mantenere un animo preparato sia nella sorte avversa sia in quella troppo favorevole, non necessariamente duratura. 

“Vivere la vita intensamente ma con moderazione”, forse potrebbe essere questa la sintesi tra Carpe Diem e aurea mediocritas…

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Non vi è sembrato per un attimo di volteggiare tra gli illustri pensieri e rendervi effettivamente conto delle sfide e dei premi che la vita ci pone?

Attraverso Mirabilia, possiamo imparare un nuovo modo di guardare alla vita stessa, con meraviglia e stupore. Ma di questo, ne parleremo la prossima volta.

Per il momento, vi lascio l’intervista integrale, per dare anche a voi l’opportunità di conoscere Antonio e di approfondire il pensiero che sottende la creazione del libro.

Intanto, a proposito del libro, potete iniziare a sfogliarlo su IBS o su Amazon. Io vi aspetto la prossima settimana per leggerne qualche pagina insieme! ♥

 

 

L’immagine di copertina è tratta dalle pagine del libro e riporta un’illustrazione dell’artista Michele Praticò

 

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